S'intitola "La carica dei privilegiati". A contarli si fa notte: è un elenco pubblicato dall'Espresso di questa settimana di ex parlamentari che godono di una pensione "del tutto immeritata". Lo dice uno di loro, un veneto, Giovanni Bortot, bellunese, sindaco di Ponte nelle Alpi, già deputato del PCI per due legislature, dal 1968 al 1972 e dal 1972 al 1976. Alle telecamere di Antenna 3 Bortot ha fatto vedere la cedola della pensione: 3.313, 98 euro netti al mese. "Di questi tempi, lo ripeto tutti i giorni, dovrebbe essere tagliata della metà", sostiene. Ma la sua proposta, lanciata in più occasioni, non ha avuto seguito. Ognuno di questi pensionati d'oro gestisce in proprio il piccolo cruccio di incassare soldi immeritati.
E sono tanti, sono famosi, alcuni di loro sono ricchi sfondati, tipo Luciano Benetton, il re dei maglioni e delle autostrade, senatore per 2 anni dal '92 al '94, che per questo riceve una pensione di 2.199 euro netti al mese. Benetton ha annunciato da tempo che li da' in beneficenza. Vorremmo sperare che la stessa cosa facesse Dino De Poli, che ritira una pensione analoga ed è presidente della Fondazione Cassamarca. l'unico ente che ha soldi da spendere a Treviso. Difficile pensare che gente ultrabenestante intaschi vitalizi di cui non ha bisogno senza sentire in fondo allo stomaco un vago senso di rimorso, sapendo che vengono dalle tasse di tutti. Magari è l'ora del pranzo e lo scambiano per appetito. In ogni caso la beneficenza è una scelta personale.
Qui di collettivo c'è solo lo scandalo, che periodicamente emerge senza le cose cambino. Nel Veneto siamo addirittura alla farsa: il fondo istituito con l'articolo 8 ter della legge 19 approvata all'unanimità il 27 luglio 2007, per consentire a consiglieri e ad assessori regionali di autoridursi lo stipendio, era ancora vuoto all'arrivo di Luca Zaia. Nessuno si era autoridotto lo stipendio di un centesimo, alla faccia dei dibattiti in aula.
Per i vitalizi è ancora peggio: i criteri di calcolo delle pensioni degli italiani, non hanno niente a che fare con quelle degli ex parlamentari. Pietro Folena (Pd), padovano, figlio di Gianfranco, indimenticato professore di filologia romanza, a soli 51 anni ha un vitalizio di 5.527 euro netti al mese. Toni Negri ringrazia ancora i radicali per la comparsata parlamentare che gli servì solo per uscire dal carcere e che gli vale a tutt'oggi 2.199 euro netti al mese. L'ex ministro socialista Gianni De Michelis, che com'è noto non andrà mai in pensione, ritira un vitalizio di 5.802 euro mensili. Ritirano pensioni tra 1.752 e 2.962 euro sempre netti al mese anche Gianluigi Ceruti, famoso avvocato rodigino, ex parlamentare ambientalista; le padovane Paola Gajotti e Luisa Calimani Debiasio; l'ex sindaco di Vicenza Enrico Hullweck per i due anni passati in parlamento dal 1994 al 1996 con i voti della Lega (quando si convertì a Forza Italia nel 2008 i voti non gli bastarono). Come ringrazia Riccardo Perale, veneziano, altro parlamentare che si è fatto solo due anni con Forza Italia. E poi Gabriele Sboarina, sindaco di Verona per due mandati e deputato europeo, ma anche parlamentare della Dc dal 1972 al 1976. Dino Scantamburlo, padovano, parlamentare dal 1996 al 2001, intrattiene interessanti conversazioni su Facebook a proposito del fatto che "non puoi rifiutare la pensione", perchè "la pagano con un bonifico". Ma il bonifico prevede un conto in banca: chi l'ha messo a disposizione se non il titolare?
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I pensionati con presenze fino a 20 anni e assegno da 2.873 a 5.702 euro netti al mese in conto corrente rinviano alla prima repubblica: i veneziani Anselmo Boldrin, e Domenico Ceravolo, il vicentino Giuseppe Dal Maso, il sottosegretario a vita Enzo Erminero, il padovano Antonio Testa socialista d'assalto di cui si sono perse le tracce. E poi Adriana Vigneri, Amedeo Zampieri, Giuseppe Zuech, Giuseppe Zurlo.
Oltre i vent'anni (da 5.034 a 6.603 euro netti al mese) abbiamo autentici monumenti: i Dc Tina Anselmi, Carlo Fracanzani, Pier Giovanni Malvestio, Franco Rocelli e il socialista Angelo Cresco. Con cifre varianti Alfredo Comis, Severino Galante, Pieralfonso Fratta Pasini, Anna Maria Leone, Lalla Trupia; i leghisti Mauro Michielon e Flavio Rodeghiero; l'ex forzista veneziano Sandro Trevisanato; il post-democristiano Tino Bedin e il vetero Dc Pietro Fabris; e poi Francesco Perina, Aventino Frau...Ci sono tutti: chi non è morto, corna facendo, è compreso negli elenchi. Prima e seconda repubblica pari sono. L'Anonima Pensionati vi augura buona domenica.
(Articolo di Renzo Mazzaro tratto da "La Nuova Venezia" del 7 agosto 2011)